Il nuovo anno è iniziato da pochissimi giorni e già ha portato con sé le prime ferite nel cuore per due care amiche che, dopo 15 anni di vita condivisa con la loro gatta, hanno dovuto salutarla. Preferisco non scrivere oltre di loro dato che è tutto troppo fresco, ci tengo però ad ammettere che stare loro accanto ha riportato a galla emozioni che fanno parte di me da quasi 9 anni e che mi hanno riportata sulla strada a me destinata e che attendeva solo i miei passi.

La strada che ciascuno di noi percorre può essere paragonata a un viaggio in treno: talvolta i binari cambiano direzione del percorso e i passeggeri salgono e scendono ad ogni fermata. A volte il vagone è vuoto, altre affollato. Magari qualcuno resta fino alla fermata successiva e qualcun altro percorre un tratto più a lungo. Spesso nemmeno ci rendiamo conto della fortuna a condividere parte del viaggio con qualcuno, ma quando siede accanto a noi, il compagno di viaggio si dimostra essere un dono.

Nei mesi scorsi un’altra cara amica ha dovuto salutare il suo compagno di vita. L’ho brevemente seguito con la naturopatia per i suoi problemi di salute ed effettuando una comunicazione empatica. Durante la connessione mai ha risposto a una domanda o chiesto di riferire un messaggio, ma i suoi silenzi erano rumorosi tanto erano carichi di saggezza ed amore. Bisognava solo fermarsi lì ad ascoltare. E’ stato come essere da soli nel fitto di una foresta e rendersi conto che, nel più assordante silenzio, c’erano il topo nella sua tana, la volpe impegnata a grattarsi l’orecchio, il ramoscello spezzato e la foglia cadere, il gorgoglio del ruscello in lontananza, … Basta solo fermarsi in ascolto senza aspettative e a quel punto inizia la connessione più emozionante in cui sono proprio i silenzi a spiegare il senso della vita.

La mia amica lo definiva Highlander perché festeggiare i 14 anni di un Bull Terrier, dopo aver affrontato diverse situazioni che hanno messo a repentaglio la sua vita, ha dato l’illusione che davvero fosse immortale. Invece le cose sono andate come naturalmente devono andare: si nasce, si vive e si muore.

Lei e la sua famiglia stanno ora vivendo il lutto, cercando di abituarsi a una nuova realtà nella quale il vuoto è solido e il cuore sanguina. Erano consci di ciò che sarebbe arrivato, ma… lo sappiamo bene, non si è mai pronti.

Foto di Наталья Коллегова da Pixabay

Condividendo la vita con gli animali, conosco il dolore delle mie amiche e so bene che ognuno ha i suoi tempi e modi per superare il lutto. A volte accade che nemmeno lo si supera. Dipende da come siamo, dal nostro vissuto, dalla presenza di eventuali altri animali in famiglia e, ultimo ma non per importanza, dalla profondità del legame instaurato. A me, ad esempio, sono stati necessari 7 anni, ma capita ancora che la cicatrice si riapra e sanguini. Soprattutto quando sono accanto a qualcuno che sta accompagnando il suo amato animale nel suo ultimo viaggio. Sapere di dover scendere dal suo treno è lacerante.

Non esiste un modo giusto o sbagliato per vivere il passaggio nella Luce di una creatura che abbiamo tanto amato. Esistono il rispetto e l’amore verso il nostro compagno di viaggio e la nostra unicità che va onorata, prima di tutto da noi stessi non forzandoci ad affrettare i tempi e in secondo luogo da chi ci circonda.

Quando ci sono altri animali in famiglia, pure loro sono costretti a scendere alla fermata con noi non appena il treno devia verso la destinazione finale e anche loro vivono l’addio con difficoltà: la mia gatta Viola aveva soffiato quando Toby stava lasciando il corpo; rifiutava di avvicinarsi. Era come se fosse arrabbiata con lui e forse lo era davvero. Lui era stato tutto per lei (padre, fratello, amico, compagno di giochi, di sogni e di vita) e la stava lasciando. Invece Milly, pur non avendo avuto un legame con lui, gli aveva dato una dolce lappatina, anziché correre e saltellare giocosamente come al suo solito. Grazie alle comunicazioni, so che Viola sente ancora la mancanza di Toby.

Foto di Andrey_and_Lesya da Pixabay

Cosa si può fare per superare il dolore? Si tratta davvero di superare o ci si abitua a quel sentire, imparando a conviverci? Nel caso mio e di Viola è stato un misto di entrambi: nonostante sia trascorso quasi un decennio, continuiamo ad avvertire il peso dell’assenza, ci siamo abituate a convivere con il senso della sua mancanza e ci consoliamo a vicenda.

Le essenze floreali e i trattamenti con i cristalli sono stati fondamentali per assaporare il cambiamento, affrontare il trauma, vivere il lutto e trovare la forza di andare avanti. Sono state il nostro balsamo lenitivo.

Oggi, ogni volta che penso al mio gatto, sorrido e provo immensa gratitudine per ogni singolo attimo di vita vissuti assieme. Fa nulla se sono stati troppo pochi e nemmeno allietati di buona salute per lui; sono stati i nostri momenti ed ognuno di essi ci ha dato tutto. Per arrivare a ciò, ho fatto un percorso che mi ha permesso di vedere la ferita nel mio cuore smettere di sanguinare. Ora c’è una cicatrice che si rende incredibilmente utile, un pò come accade a chi sente il tempo cambiare grazie al dolore avvertito nell’osso un tempo fratturato. Persino a questo segno indelebile sono grata perché mi ricorda il motivo per cui c’è, a chi e perché mi consente di comprendere ed aiutare meglio il prossimo.